L’ora solare

L’Ora Solare è il secondo disco di Tommaso Di Giulio, che ne ha curato la produzione artistica e gli arrangiamenti insieme al chitarrista e cantautore Francesco Forni. All’album hanno partecipato numerosissimi ospiti: Enrico Gabrielli (Calibro 35, Afterhours e molti altri), il chitarrista e
cantautore Roberto Angelini, Giorgio Baldi (storico chitarrista, arrangiatore e co-autore di Max Gazzè), la straordinaria cantante Ilaria Graziano (sodale del sopracitato Francesco Forni in un apprezzatissimo progetto di alt-folk) Fabio Rondanini (batterista, tra gli altri, di Calibro 35, Niccolò Fabi, Cesare Basile), Andrea Ruggiero (violinista di Operaja Criminale, Nada, Il Muro Del Canto, Thony) Gabriele Lazzarotti (bassista di
Daniele Silvestri, Niccolò Fabi, Roy Paci e molti altri) e la band Bottega Glitzer con il suo sound meticcio tra swing, folk d’altri tempi e atmosfere alla Kurt Weill.
L’ora solare è quel momento in cui fingiamo di poter ingannare il tempo mettendo un’ora indietro l’orologio. L’ora solare è anche una contraddizione perché a sentirne parlare senza sapere di cosa si tratta esattamente si penserebbe subito ad un’ora di luce e piena di sole mentre invece quello che accade richiama il buio e la notte in quanto si dorme un’ora in più ma fa anche “buio prima”. Dopo l’esordio di “Per Fortuna Dormo Poco” anche questo disco, L’Ora Solare, parla del tempo e delle sue contraddizioni. Il disco vive di forti contrasti, di lampi di luce e tinte crepuscolari, ed ha due identità che si inseguono e si contaminano a vicenda: da un lato sonorità più ruvide dall’altro il gusto per la melodia, da un lato la voglia di sperimentare e dall’altra la ricerca dell’accessibilità. Questo binomio si esprime anche attraverso la convivenza di generi ed atmosfere musicali spesso molto distanti tra loro (come il desert-rock, la new wave e le ballate con quartetto d’archi ed elettronica) legate però dal filo rosso dei testi, che in quest’occasione si fanno più diretti e talvolta “politici” nel senso più etimologico dell’aggettivo, evitando però slogan e furberie.